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Introduzione ai tarocchi di Mantegna
Fra i numerosi mazzi che contribuiscono a rendere la lettura dei tarocchi più interessante, ricca di contenuti e capace di svelare il futuro che attende ognuno di noi, si segnalano i tarocchi di Mantegna. Si tratta di una serie di carte di incisioni italiane del XV secolo, che comprendono cinquanta diverse illustrazioni suddivise in cinque gruppi, quindi ogni gruppo dispone di 10 diverse carte con appositi significati da interpretare da parte del cartomante scelto per questa operazione.
Per essere ancor più precisi le cinque decine di carte dei tarocchi di Mantegna sono contrassegnate da altrettante lettere e nello specifico le prime dell’alfabeto, si tratta quindi di: A, B, C, D, E. Andiamo dunque di seguito a scoprire quali sono i nomi delle carte che riempiono questo mazzo e qual è il ruolo che svolgono i disegni rappresentati su di esse.
Composizione del mazzo dei tarocchi di Mantegna
La prima decina da prendere in considerazione è rappresentata dalla lettera E (e non la A come si potrebbe erroneamente essere portati a pensare, che viceversa è applicata alla serie di numeri più alti, cioè 41-50), essa infatti presenta le carte dalla numero 1 alla 10 e rappresenta gli stati della nostra vita, cioè i diversi gradi della scala sociale, e va dal mendicante (1) fino al Papa (10). Per l’esattezza questa è la lista dei disegni rappresentati dalle carte di questa decina relativa alle condizioni umane: il mendicante, il servitore, l’artigiano, il mercante, il gentiluomo, il cavaliere, il doge, il re, l’imperatore e il Papa.
Nella serie D (che va dalla carta numero 11 fino alla 20) sono rappresentate le varie Muse, da Calliope (XI) fino ad Apollo (XX). Per la precisione questi sono i nomi in rigoroso ordine di numero che compongono questa parte del mazzo: Calliope, Urania, Tersicone, Erato, Polimnia, Talia, Melpomene, Euterpe, Clio e Apollo.
Segue poi la serie C (da 21 a 30), dove si trattano le dieci scienze, quelle delle Trivio, ossia grammatica, logica e retorica, quelle del Quadrivio (aritmetica, geometria, musica, astrologia) e in più poesia, filosofia e teologia (XXX). Poi si arriva alla lettera B (con numeri da 31 a 40) dove figurano le tre principali arti, ossia Iliaco per Astronomia, Cronico per Cronologia, Cosmico per Cosmologia, e le sette virtù, cardinali e teologali, ossia la temperancia, la prudencia, la forteza, la lusticia, la charita, la speranza e la fede al posto più elevato.
Infine questi tarocchi si chiudono con l’ultima serie della lettera A (da 41 a 50), la più importante e dove è rappresentato il sistema celeste, partendo dalla Luna, passando per Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno, Ottava sfera, Primo Mobile e Prima Causa (50), cioè Dio come punto topico dell’intera sequenza.
Altre importanti caratteristiche e ricostruzione storica dei tarocchi di Mantegna
A livello di caratteristiche di ogni figura del mazzo dei tarocchi di Mantegna, ci sono delle peculiarità da segnalare, ad esempio ognuna ha in basso il nome in maiuscolo romano (ad esempio CLIO) e il numero d’ordine in cifre romane (XVIIII), mentre sulla stessa riga, a destra si trova il numero arabo corrispondente (19) e sulla sinistra la lettera della serie (A,B,C…). Per quanto riguarda ciò che esprimono il carattere morale e religioso di queste carticelle è evidente: a partire dalle condizioni della vita quotidiana della prima serie, si arriva alla conoscenza assoluta di Dio quale prima causa di ogni cosa esistente.
La loro storia è parecchio antica e pare esistano tre diverse edizioni, la prima è databile intorno al 1460, in ogni caso prima del 1468. Infatti, una copia delle quattro virtù cardinali B34-37 di questa prima edizione si trova inserita nella versione tedesca del 1468 del Fior di Virtù conservata presso la Biblioteca di San Gallo in Svizzera. Gli studiosi datano la seconda edizione al 1485, in virtù del fatto che la figura della carta Aritmethrica tiene nella mano sinistra una tavoletta con i numeri da 1 a 10 e la sequenza 14 085 , con cui s’intende 1485. Infine, la terza, dell’incisore Ladenspelder di Essen, è del 1540 circa.
Gli esemplari in circolazione sono pezzi staccati di 25 foglietti, ognuno formato da una coppia di figure a costituire l’intera serie, piuttosto che su fogli interi com’era in uso per le carte da gioco, inoltre spicca l’assenza dei semi e il numero complessivo difforme da quello dei mazzi di carte. Ciò porta a pensare che servivano, come affermano quasi tutti gli studiosi, per altri scopi diversi dal gioco di carte, verosimilmente per fini educativi, per rendere familiari al popolo alcune idee elementari su ciò che meritava di occupare lo spirito e di interessare l’intelligenza, svolgendo inoltre anche una funzione di tipo religioso.
Uso dei tarocchi di Mantegna nella cartomanzia
Detto delle caratteristiche, della storia e delle peculiarità di queste antiche carte, eccoci arrivare ai tempi nostri dove questi tarocchi hanno ispirato la formazione dei mazzi oggi consultati da esperti cartomanti al telefono, con le figure indicate che esprimono bene quello che sarà il nostro destino. E’ ovvio che per un’esatta interpretazione dei significati bisogna affidarsi a persone competenti, ma state pur certi che le varie scale individuate dai tarocchi di Mantegna sono ideali per comprendere cosa vi aspetta in amore, in amicizia, sul posto di lavoro, a livello di fortuna al gioco e non, ma anche per quanto concerne la vostra salute, un bene assai prezioso da difendere con estrema attenzione.
Per qualsiasi informazione scrivici a: cartomanziachannel1@gmail.com